Nella composizione grafica, nell’illustrazione, nella fotografia, nel cinema, nella pittura e diciamo in quasi tutte le forme d’arte visiva, la strutturazione dell’opera non può prescindere da alcune regole codificate negli anni ’20 dalla scuola tedesca della Gestalt, che dallo studio scientifico del funzionamento cerebrale in campo percettivo, elaborò una serie di leggi che sono alla base del background culturale di ogni designer. Max Wertheimer, il fondatore della psicologia Gestaltiana, nel 1912 scrisse un articolo in cui metteva in chiaro che gli stimoli visivi vengono raccolti dal cervello e “strutturati” in un modello “unitario” chiamato “phi”,praticamente la percezione della realtà non dipende dalla percezione dei singoli fenomeni ma dall’elaborazione di “insieme” che il cervello attua. Il “tutto” predomina sul “singolo”. Successivamente all’elaborazione “istintiva” del tutto, il cervello riesce pian piano a prendere coscienza e ad accorgersi dei singoli elementi che compongono l’insieme.
Le leggi della percezione visiva della Gestalt mostrano in maniera chiara ed inequivocabile questi fenomeni di elaborazione cerebrale, vediamole:
1) Legge della VICINANZA: gli elementi che stanno “vicini” vengono percepiti come insieme unitario ossia vengono raggruppati e visti come figura
2) Legge della SOMIGLIANZA: gli elementi di un gruppo che si “somigliano” (per forma, colore o altro parametro) vengono percepiti come insieme unitario, raggruppati e visti come in figura
3) Legge del DESTINO COMUNE: gli elementi di un gruppo che condividono le medesime caratteristiche di movimento, di ritmo, di orientamento (che hanno lo stesso destino), vengono percepiti come insieme unitario, raggruppati e visti come in figura
4) Legge della CHIUSURA: gli elementi di un insieme che tendono a chiudersi in forme riconoscibili vengono percepiti come figura (il cervello riesce a ricostruire le parti mancanti della figura grazie alla memoria che ha di quel particolare oggetto).
5) Legge della CONTINUITA’ di DIREZIONE: Gli elementi di un insieme che si susseguono in una continuazione regolare e logica sono percepiti come figura
(del disegno di insieme distinguiamo benissimo la linea angolata da quella curva grazie alla legge della continuità della forma)
6) Legge della PREGNANZA: in un insieme di elementi quelli che hanno la forma più semplice (più pregnanti) e quindi più riconoscibili, tendono ad essere percepiti come figura, gli altri passeranno in secondo piano e diventeranno lo sfondo.
7) Legge dell’esperienza PASSATA: gli elementi di un insieme che riscono a far rivivere le nostre esperienze percettive di un dato oggetto, tendono ad essere raggruppati e a formare una figura.
Per concludere dobbiamo dire che questi leggi non si presentano singolarmente in campo percettivo, ma molte volte una figura viene elaborata grazie alla decodificazione a livello cerebrale di più leggi assieme. Nella progettazione grafica il designer potrà creare giochi di forme, spostare l’attenzione su particolari punti della sua opera, potrà creare distorsioni ed illusioni ottiche che spiazzeranno il fruitore, creerà intersezioni impossibili o farà apparire oggetti specifici da forme geometriche variegate…insomma c’è da divertirsi.
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