Ricerche recenti hanno dimostrato che il colore viene “registrato” dal cervello prima ancora delle immagini o del carattere. Ciò significa che tutte le teorie riguardanti la psicologia del colore per il branding devono essere leggermente riviste!
Alcuni settori hanno palette di colori familiari ad essi associati. Il blu, ad esempio, riesce a trasmettere sensazioni di calma, stabilità ed affidabilità: per questo motivo è frequentemente utilizzato in business come quello dei servizi finanziari e delle comunicazioni. Altri più accattivanti, come il giallo e il rosso, sono invece i colori chiave di molte importanti catene di fast-food e del settore della ristorazione in generale.
I 5 Usi Più Strani del Colore Nel Logo Design
A volte un marchio può invece decidere di puntare su una strategia diversa a seconda delle situazioni. L’esempio più classico di questo concetto è la filosofia adottata negli anni da McDonald’s: il suo iconico logo rosso e giallo…è diventato verde in molte delle sue filiali europee! Anche il logo Apple, solitamente bianco, viene spesso visualizzato sui prodotti dell’azienda in tonalità di nero, grigio e beige.
Altra storia particolare è sicuramente la scelta della Guinness di aver mantenuto negli anni il suo iconico colore nero in un settore (delle bevande alcoliche) pieno di loghi verdi, rossi e blu. Anche EasyJet utilizza l’arancione in un settore come quello delle compagnie aeree dominato prevalentemente dal rosso e dal blu.
Questo dimostra che spesso andare controcorrente paga! A questo proposito, oggi vedremo altri cinque usi particolari del colore nella storia del logo design.
1. Monzo
Il blu può essere trovato un po’ ovunque nel settore dei servizi finanziari. Bank of America, Barclays, American Express, VISA…e la lista potrebbe continuare ancora.
Fondata nel 2015, Monzo oltrepassa totalmente questa tendenza, combinando verde acqua, corallo, verde salvia e beige dorato nella sua “M” progettata dal suo team di design interno.
Personalmente, trovo giusto che una “banca intelligente” fondata con l’ambizione di rappresentare “le nuove generazioni” abbia anche una diversa prospettiva sul colore.
Secondo Monzo, il designer Sam Michael stava cercando di combinare la forza e la fiducia che i clienti vogliono in una banca, con un’atmosfera più amichevole, colorata e umana. La tavolozza dei colori utilizzata è più “morbida” e delicata: e questo rende il logo più informale rispetto ai suoi competitors.
2. Lufthansa
Abbiamo menzionato il modo in cui EasyJet utilizza, andando contro le tendenze del settore, un arancione brillante per trasmettere l’idea di “facilità”.
Ma quando si tratta delle grandi compagnie nazionali, come American Airlines, British Airways, KLM, Qantas, Emirates, ci sono relativamente poche anomalie per le quali il rosso e il blu non siano presenti nel logo e nella livrea.
Discorso diverso per la compagnia aerea tedesca Lufthansa. Certo, il blu marino è una caratteristica importante del suo marchio, ma ciò che l’ha sempre contraddistinto è il ricco giallo ocra che lo completa.
L’emblema distintivo della gru della società tedesca è stato originariamente progettato un secolo fa dall’artista Otto Firle, che ha introdotto la combinazione del blu e del giallo nel brand.
Il recente restyling di Lufthansa, che ha portato l’azienda nell’era digitale, ha perfezionato il marchio rendendo il blu principale più scuro e più elegante. Fondamentalmente, è però il suo giallo giallo ocra a rendere il logo distintivo in un settore dominato da colori più tradizionali.
3. Eir
Un altro settore pieno di colore blu è sicuramente quello tecnologico e delle telecomunicazioni. Pensate a marchi come IBM, HP, AT&T, O2, Intel, Samsung, Nokia, Facebook, Twitter e tanti altri.
Abbiamo già menzionato il modo in cui Apple “sfida” il proprio settore proponendo tonalità diverse del proprio logo. Ecco una storia simile è quella del marchio della società di telecomunicazioni irlandese Eir, recentemente soggetto a un consistente rebranding.
Il marchio è audace e fluente e, come Monzo che si sente molto più “umano” e accessibile rispetto al resto del suo settore, hai dei colori vivaci e fluorescenti che possono essere sfruttati efficacemente sia per il digitale che la stampa.
4. Taco Bell
Il rosso (spesso abbinato al giallo) è, molto semplicemente, il colore dominante nel settore dei fast-food: marchi come McDonalds, Burger King, Denny’s, Pizza Hut, KFC e molti altri lo usano ancora come colore principale del loro marchio.
E non è un caso. Questi colori non solo catturano l’attenzione ma, secondo alcuni psicologi, stimolano il cervello aumentando il desiderio di mangiare!
Per McDonald’s, il reinventarsi in una tonalità di verde più sofisticata nelle sue filiali europee significava cambiare le percezioni del marchio di fronte alla problematica dell’obesità infantile e attrarre invece un mercato redditizio di giovani professionisti che preferiscono il caffè agli “Happy Meals”.
Dalla metà degli anni ’80 fino alla metà degli anni ’90, la popolare catena di fast food Taco Bell aveva anche una tonalità di rosso e giallo nel suo marchio. Poi la campana divenne rosa e viola: una combinazione che va decisamente in controtendenza rispetto al settore di riferimento.
Il rebranding effettuato nel 2016 dallo studio Lippincott ha eliminato il colore “rosato” del vecchio logo per far posto ad un marchio bicolore viola e bianco. Tuttavia, questo è disponibile anche in altre sei combinazioni di colori: verde acqua, oro, corallo, verde chiaro, blu e arancione.
Oltre a una tavolozza di colori più ampia, Lippincott ha anche aperto l’iconica forma a campana ad essere personalizzabile con un’infinità di motivi, trame e immagini, rendendola oggi molto più flessibile in tutti i tipi di applicazioni sulle quali verrà utilizzata.
5. Veuve Clicquot
Tattinger, Moët & Chandon, Bollinger, Krug. Tutti marchi di champagne di fama mondiale, ma che hanno qualcos’altro in comune: la combinazione di una bottiglia verde e una etichetta oro, spesso anche con un tocco di rosso nel packaging.
L’etichetta gialla altamente distintiva di Veuve Clicquot è sinonimo dell’azienda da quasi 150 anni. Già nel 1850, la società si distingueva per la sua etichetta minimalista di un bianco puro, ma con la crescita della popolarità globale degli champagne secchi, si è preferito puntare su un colore più luminoso e ben distinguibile dalla concorrenza. La prima etichetta, realizzata con un giallo molto vivo, nacque nel 1877.
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