Se avete letto gli articoli precedenti, avrete già bene a mente molti concetti del logo design. Ma anche se si conoscono i concetti generali della progettazione, sono sicuro che nessuno di voi ha pensato ai quattro fattori più critici che contraddistinguono un progetto grafico.
Logo Design: Gli Elementi Meno Conosciuti
Di seguito, vi elencherò i 4 elementi che vengono spesso trascurati quando si progetta un logo: proprietà del marchio, “pulitura” dei punti di ancoraggio, funzionalità dei colori, files corretti.
1. Proprietà del Marchio
Soprattutto se si sta creando un logo per un prodotto o un servizio che appartiene ad un determinato marchio, il cliente può anche richiedere di inserire un simbolo su di esso che ne indica la proprietà: un marchio registrato®, un marchio di fabbrica ™ o un marchio di servizio.
In primo luogo si dovrebbe decidere se, per questi simboli, si desidera utilizzare lo stesso tipo di carattere usato per il resto del logo o anche un semplice sans-serif, che potrebbe essere la scelta migliore. Poi, è consigliabile mettere un trademark sempre vicino al testo o all’immagine nel logo. Lo scopo, infatti, è quello che il simbolo si adatti al resto del design, in modo che sembri appartenere allo stesso.
2. Pulizia dei Punti di Ancoraggio
Molti si preoccupano solo che il logo funzioni per applicazioni di piccole dimensioni, ma molti non considerano il fatto che il logo potrebbe essere visualizzato anche su un cartellone o comunque un oggetto di grandi dimensioni. La creazione di un logo professionale non è solo un fatto di apparenza, ma si tratta anche di come esso debba essere tecnicamente funzionale.
Prima di considerare finito un logo, bisogna “zoommare” il più vicino possibile e verificare che non ci siano punti di ancoraggio o maniglie (divots, punti estranei e simili), ovvero le “scorie” della progettazione. Senza effettuare uno zoom, infatti, non si potrebbero notare questi piccoli dettagli.
3. Funzionalità dei Colori
A volte il cliente vi dirà in anticipo quali sono i colori che contraddistinguono la sua azienda. Ma se un designer ha libertà di scelta, dovrà scegliere sempre dei colori che si adattano ad una varietà di applicazioni. Alcuni colori sono troppo neutrali nel loro valore (ho detto valore, non tonalità!) e spesso uno dei due o non si distingue molto bene o non si adatterà con la maggior parte degli altri colori.
Il colore Pantone 300, ad esempio, viene spesso usato nel logo design ma, per esperienza personale, vi dico che è un colore molto difficile su cui lavorare. L’importante, sarà quello di considerare come funzionano i colori per le applicazioni che si devono realizzare. Un problema che non può essere ignorato quando si parla di sistema RGB e CMYK è la questione dei vincoli di gamma. La rappresentazione di tutta la gamma, di percezione del colore umano è estesa, mentre i modelli RGB e CMYK sono limitati e la loro gamma di colori è di gran lunga inferiore a quella che i nostri occhi ci permettono di vedere. Queste differenze nella gamma possono creare problemi e forti differenze nella produzione del colore a schermo e nella stampa delle pagine.
Per risolvere questo problema, si è cercato di dare una standardizzazione dei colori mediante l’utilizzo dei colori PANTONE, una codifica adottata a livello internazionale, che e è stata messa a punto negli anni ’50 per poter classificare i colori e “tradurli” nel sistema di stampa a quadricromia CMYK (ciano, magenta, giallo e nero) semplicemente grazie a un codice, grazie ad una sorta di libro denominato in italiano “mazzetta” è possibile “sfogliare” i colori e selezionarli.
A differenza del CMYK o del RGB il codice Pantone è un codice arbitrario composto da due campi, nel primo può essere presente una parola (ad esempio “RED”, rosso) o un numero di due cifre dove i primi due numeri si riferiscono alla famiglia di appartenenza (es. 18 per la famiglia dei Rossi). Questi codici permettono ai grafici di sapere esattamente quale colore stampare, senza perdere tempo in prove di stampa.
4. Files Corretti da Consegnare al Cliente
Nel consegnare files di alta qualità ai clienti, bisogna tener conto di tutti i modi in cui il logo può essere utilizzato. I formati più importanti sono:
- formato originale (ai, psd…): di questa categoria fanno parte i files originali di Illustrator, Photoshop o un altro programma simile. Ottenere questi tipi di file vi sarà utile se un giorno deciderete di apportare delle piccole modifiche alla vostra azienda (ad esempio, se si aggiungerà S.p.A. o un altro tagline) o se si decide di cambiare la combinazione dei colori. Quindi, per fare questi semplici cambiamenti, avrete bisogno del formato file originale con cui il logo è stato creato.
- formato originale “delineato”: i caratteri presenti su un logo devono essere necessariamente “esplosi”. Questa operazione, infatti, eviterà dei problemi se la tipografia, ad esempio, non avesse a disposizione il font usato. Questa operazione farà sì che il vostro logo design venga stampato con il carattere giusto. Con Illustrator, basterà cliccare sul testo e poi andare in Oggetto-Espandi-Espandi oggetto.
- formato vettoriale (eps): questo dovrebbe essere il primo tipo di file che un cliente dovrebbe ricevere, di solito in formato EPS 9 o 10. Il formato EPS può essere aperto ed elaborato da molti programmi diversi. Questo è anche il formato di file più comunemente accettato e/o richiesto dalle tipografie.
- formato PDF: per riuscire a visualizzare molti dei formati file del vostro progetto, dovete disporre di un software di grafica professionale. Quindi, vi consiglio di ricevere i file in formato PDF per ciascuna versione a colori del vostro logo design. Sarete in grado di visualizzare i file PDF utilizzando programmi gratuiti come, ad esempio, Adobe Acrobat Reader.
- formato JPEG e GIF: questi formati molto comuni sono consigliabili se il logo è destinato all’uso web o e-mail. La grafica in formato GIF dovrebbe essere creata sempre con uno sfondo trasparente.
- formato TIF a 300dpi in RGB: questo formato va utilizzato esclusivamente se si utilizza il logo in Microsoft Word e PowerPoint.
- formato TIF a 300dpi: alcune tipografie, società di annunci pubblicitari (ad esempio, le Pagine Gialle) o altri designers vi possono richiedere questo formato al fine di creare ulteriori materiali di design.
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