Il brand, il logo design e la pubblicità hanno sempre avuto il potenziale per suscitare forti reazioni, sia nella comunità creativa che nel pubblico in generale. E con l’avvento dei social media, le notizie possono diffondersi in tutto il mondo in un batter d’occhio.
I Loghi Più Controversi Nella Storia del Logo Design
Che si tratti di un rebranding che provoca indignazione perché mina un marchio già molto amato, una pubblicità offensiva o solo un’avversione diffusa per il lavoro creativo in sé, oggi esistono molti esempi di errori (o presunti tali) nel logo design tra cui scegliere.
A questo proposito, oggi vedremo alcuni dei più importanti e controversi loghi e/o logo restyling che hanno diviso l’opinione pubblica e creato forti polemiche negli ultimi anni.
1. Nuovo Logo Formula 1
Uno dei modi per sapere se un design è controverso è sicuramente quando vengono coinvolti fin da subito gli avvocati! Ed è esattamente quello che è successo con il tanto discusso rebrand del logo della Formula 1, realizzato dall’agenzia grafica Wieden + Kennedy.
Il lavoro di W + K ha diviso l’opinione pubblica fin dall’inizio, con molti ferventi ammiratori del vecchio logo F1 che faceva un abile uso dello spazio negativo per incorporare le iniziali “F” e “1”.
Tuttavia, l’estetica del nuovo logo divenne presto l’ultimo dei suoi problemi, quando vennero alla luce le sue somiglianze con un marchio di collant venduto da 3M, il popolare produttore di Post-It e Scotch.
Grazie anche all’esistenza di un abbigliamento a marchio F1 le due aziende, operanti in settori apparentemente non correlati, hanno portato il loro scontro nei tribunali.
2. Logo Leeds United
Apparentemente realizzato per omaggiare i tifosi, il restyling (di breve durata) del logo del Leeds United ha invece inciso sulla loro considerevole e spietata ira!
Questo nuovo emblema fu lanciato con l’orgogliosa affermazione che aveva alle spalle “sei mesi di ricerche” e che la società aveva tenuto conto del parere di ben 10.000 persone interpellate tramite sondaggio. Ben presto divenne chiaro che forse avevano chiesto l’opinione delle persone sbagliate!
La dirigenza del Leeds realizzò il nuovo emblema pensando di omaggiare il rapporto tra la squadra e i tifosi, facendo inserire la sagoma di un giocatore (o di un tifoso) mentre fa il cosiddetto “saluto Leeds”, la mano chiusa che i tifosi solitamente si portano all’altezza del cuore mentre cantano uno dei loro cori più famosi, “Marching on Together”.
Cosa c’è di sbagliato? Del vecchio design non è stato “salvato” niente e dal logo sono spariti tutti gli elementi storici in cui i tifosi si riconoscevano. Senza contare che il pugno all’altezza del cuore copre lo stemma della maglia (qualunque esso sia). Il design complessivo, tuttavia, risulta anche poco adatto ad una squadra di calcio che ha più di cento anni di storia alle spalle.
Anche grazie ad una petizione dei tifosi si è quindi deciso di ritornare al vecchio logo.
3. Logo Uber
Uber è riuscita ad “oltraggiare” qualcuno che non fosse un tassista autorizzato quando decise di sostituire il logo per le sue app mobile con due icone discutibili (una per la sua app ufficiale e l’altra per la versione “driver”).
L’amministratore delegato Travis Kalanick, che ha collaborato con il team di design di Uber per creare i nuovi loghi, l’ha descritto come un “risvolto del lato umano dell’azienda.” Altri sono stati meno gentili affermando la sua banalità e, addirittura, una certa somiglianza con uno spermatozoo!
4. Logo Instagram
Quando Instagram cambiò il proprio logo nel 2016, il rebrand venne considerato una pietra miliare nel passaggio dallo scheuomorfismo al design flat. La raffigurazione realistica e accurata di una fotocamera retrò si trasformò in una forma più semplice e grafica riempita con un gradiente arcobaleno molto acceso.
La semplicità e il minimalismo erano l’obiettivo dell’azienda, ma molti fan di Instagram non hanno apprezzato il cambiamento.
Alcuni lo hanno definito troppo vistoso, altri hanno insinuato che forse è stato realizzato con Paint! Altri ancora hanno criticato la scelta del social credendo che l’azienda stia cercando di apparire “cool” a qualsiasi costo.
Nonostante tutto, le critiche si sono lentamente affievolite, anche grazie all’espansione del social fra le masse.
5. Logo Hillary Clinton
Quando Hillary Clinton rivelò il suo logo per la campagna elettorale presidenziale nel 2015, fu quasi subito sommerso dalle critiche. Alcuni lo consideravano più che altro il simbolo di un ospedale, altri credevano che la sua grande freccia rossa simboleggiasse uno spostamento a destra della candidata democratica! Il problema è che la gente non apprezzava il suo design semplice, in quanto considerato troppo “amatoriale”.
6. Logo AirBnb
Nel 2014, il sito di annunci immobiliari Airbnb ha effettuato un restyling del proprio brand. Il nuovo logo, denominato “Bêlo”, mirava a simboleggiare una nuova era per il business. Peccato che questi buoni propositi non siano stati capiti dai propri clienti.
Alcuni sostenevano che somigliasse un po’ troppo al logo di Automation Anywhere, mentre altri addirittura ci vedevano un chiaro simbolo fallico!
7. Logo Dirty Bird
Dirty Bird è una società di catering situata in Galles. E mentre il suo cibo è abbastanza popolare nel Regno Unito, il suo logo lo è tutt’altro! Nonostante l’evidente “assonanza fallica” del design, il proprietario ha difeso il marchio dichiarando che “è solo un modo intelligente di unire la d e la b per formare la silhouette di un gallo.”
Anche il designer del progetto, Mark James, ha dichiarato che il logo è solo una rappresentazione grafica di un gallo che incorpora le iniziali dell’azienda e che la forma fallica…dipende dagli occhi di chi lo guarda.
La società è però famosa per le sue campagne pubblicitarie a doppio senso, quindi è molto probabile che il design del logo sia decisamente voluto.
8. Logo Olimpiadi di Londra 2012
Il logo delle Olimpiadi di Londra 2012 è forse uno dei più controversi di sempre, anche se il progetto nacque con le migliori intenzioni: il team di design che lo ha realizzato, voleva raffigurare sia la silhouette della mappa di Londra che il numero 2012.
Costato ben 400.000 sterline e realizzato dalla famosa agenzia londinese “Wolff Olins”, fu presentato ufficialmente nel Giugno 2007 in un clima di derisione globale quasi unanime! (l’80% delle persone interpellate in un sondaggio della BBC gli assegnò il punteggio più basso). C’è anche chi ha affermato che il logo somiglia troppo ad una svastica nazista.
9. GAP
Il logo GAP rappresenta forse uno dei disastri (anche in termini economici) più tristemente noti nel settore del logo design.
Con sede a San Francisco, Gap è uno dei marchi di abbigliamento più popolari negli Stati Uniti, ma è ormai molto diffuso anche in Asia e Europa. Nel 2010 la società effettuò un restyling del suo popolare logo, che però è stato bocciato fin da subito non solo dalla sua fidelizzata clientela, ma anche dalla comunità creativa.
Il vecchio logo era un quadrato blu con la scritta Gap e la sua essenzialità lo aveva reso una delle icone dell’abbigliamento americano più note e riconoscibili nel mondo. Nel nuovo logo, invece, il quadrato blu che prima faceva da sfondo è diventato un piccolo quadratino piazzato in alto a destra sulla P di Gap, mentre il font storico “Spire” è stato sostituito con l’Helvetica.
Il restyling venne considerato banale e poco professionale, sicuramente non degno di una società che ha centinaia di migliaia di affezionatissimi clienti in tutto il mondo e che, soprattutto, aveva un’immagine che funzionava benissimo. Le polemiche hanno però sortito l’effetto desiderato, con Gap che è stata costretta a ritornare al vecchio (e tanto amato) logo.
10. Logo Università della California
Nel 2012, l’University of California ha “modernizzato” il proprio logo con uno che è stato fin da subito stroncato dagli addetti ai lavori e soprannominato con ironia “toilet bowl” (tazza del water). Creato da un team di progettazione interno, fu però realizzato per essere maggiormente usabile sui materiali di comunicazione dell’ateneo e non ha mai inteso sostituire il sigillo ufficiale. Ma ormai il danno era fatto e, come il logo Gap, il nuovo logo fu subito ritirato.
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